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Caos passaporti: perché i tempi sono così lunghi?

Per il rilascio dei passaporti servono mesi, ma cosa sta succedendo? Ce lo spiega Gianni Rebecchi, presidente di Assoviaggi.

Questa mattina, in Good Morning Kiss Kiss, si parlava del caos passaporti con Gianni Rebecchi, presidente di Assoviaggi.

Riportiamo l’intervista pubblicata oggi

Buongiorno Presidente, benvenuto! Perché si sono accumulati tutti questi ritardi e soprattutto perché non esiste ancora una totale digitalizzazione delle richieste di passaporto?

«Buongiorno a voi e a tutti gli ascoltatori! Diciamo che la situazione si è aggravata in questi ultimi mesi per via di diversi fattori. Il post-covid ha visto le persone voler varcare i confini europei per viaggiare, siamo stati gli ultimi ad aprire i confini pe poter viaggiare oltre l’Europa. Ma il vero problema è la piattaforma informatica adottata presso le questure per poter prendere l’appuntamento, nemmeno per poter avere direttamente il passaporto. Quindi bisogna prendere l’appuntamento. Dal sondaggio che abbiamo fatto su tutto il territorio nazionale sono usciti dati clamorosi: nel resto d’Europa un passaporto viene emesso nel giro di tre settimane, un mese, com’era anche in Italia.»

Invece da noi, quali sono i tempi medi?

«Ci sono province e regioni in cui si arriva addirittura a nove mesi.»

Questo vale anche per la carta di identità? Sappiamo che ci sono problemi anche per quella.

«Ci sono difficoltà. Dopo il sondaggio e i comunicati stampa che abbiamo fatto, è intervenuto il Ministero del Turismo che ha sollecitato il Ministero dell’Interno; sembra vogliano trovare una soluzione. Spero che i tempi migliorino, come ci è stato indicato.»

I numeri che abbiamo letto sono da stato d’emergenza, perché qui si parla di 80.000 viaggi organizzati saltati.

«Sì, e tenete presente che il passaporto ovviamente non serve solo per le vacanze, ma anche per lavoro, per chi studia, molti studenti vanno negli Stati Uniti o in Inghilterra. Ci sono alcuni Paesi che chiedono un passaporto valido sei mesi dopo l’ingresso nel suolo nazionale. Sono tante le dinamiche. Sono saltati moltissimi viaggi, e il problema non c’è da poco, ma da 7-8 mesi, dalla primavera scorsa. Probabilmente si è accumulato talmente tanto che abbiamo visto in tv che code si son create. Sicuramente gli open day in questura non sono la soluzione per smaltire tutto. Bisogna mettere mano ai sistemi informatici, chi lavora nelle questure si sta impegnando pe risolvere i disagi, ma finché non si lavora alla piattaforma c’è poco da fare.»

Prevede che questo disagio continui o, come ha detto il ministro Piantedosi, il carico potrebbe alleggerirsi?

«Auspichiamo che, come ci hanno risposto sia la ministra Santanché che il ministro Piantedosi, si trovi una soluzione per ridurre questi tempi, anche perché ci avviciniamo all’estate e la richiesta aumenta.»

Il problema più grosso adesso è prendere l’appuntamento o il rilascio? Dov’è l’intoppo?

«Il vero probema è prendere l’appuntamento. I tempi di rilascio variano.»

Grazie Presidente, Kiss Kiss a lei!

«Grazie a voi.»

 

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