Per anni ho invidiato chi era stato in Grecia, nelle Cicladi in particolare. Poi finalmente ci sono arrivato e anch’io ho respirato il Meltemi:
prima Mykonos la bohemienne, poi giù in nave verso Naxos e il suo irresistibile profumo di polpi alla griglia, toccando le bionde spiagge di Ios prima di approdare alla nera Santorini:
qui mentre la nave faceva il suo ingresso nella maestosa caldera, guardavo incredulo la scogliera e un brivido mi correva lungo la schiena.

Indimenticabile fantastica Grecia!

A Lesbos invece non ci sono mai stato, credo ci voglia troppo fegato per andare: dev’esserci uno spirito maligno che aleggia sull’isola, un’isola che attualmente ospita il campo profughi di Moria, le cui miserabili condizioni di vita sono una vergogna per l’Europa:

donne, vecchi e bambini che muoiono di freddo e di stenti, nel fango e nell’indifferenza.
Moria, è questa l’immagine che non riesco a togliermi dalla mente. 
Tra un mese sarà il Giorno della Memoria, e ricorderemo con sdegno l’abominio dell’Olocausto. E’ cosa buona e giusta.
Ma che senso ha sdegnarsi per quello che è successo 80 anni fa, se non ci accorgiamo di quello che sta succedendo oggi?

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