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Amilcare

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E così, la piscina è bellissima, ma mentre la monti pensi a quanto sarebbe bello stare a Marzamemi. Poi ci metti il cloro e intanto pensi al barocco di Ragusa, Modica e Noto. Ci aggiungi il PH e nel riflesso ti sembra di vedere la Valle dei Templi. Allora sistemi la scaletta, ma per dispetto ti compare davanti agli occhi la splendida Scala dei Turchi.

La Scala dei Turchi è Il luogo del cuore FAI in Sicilia (Ragusa News)

Non vuoi più pensarci, ti metti a gonfiare il materassino con la bocca, ma mentre diventi rosso in faccia e ti scoppiano le guance, la mente vola a Marsala, dove sbarcarono in mille ma tu non c’eri.  Ora ridi pensando a Johnny Stecchino che a Palermo ti consiglia di non toccare le banane,  ti vien da ridere fino a Catania, dove invece ti inchini silenzioso davanti a sua maestà il vulcano: è l’Etna che decide se il tuo volo potrà atterrare proprio lì, o se ti conviene cambiare aria… 

Che forza la Sicilia!

 

 

 

 

 

 

 

Me ne sono stato zitto e quatto per mesi, senza mai viaggiare nemmeno con la fantasia. Ho osservato il mondo da quella specie di oblò che è la TV, pensando che nulla sarebbe stato più come prima.

Invece no.

Ho sentito il richiamo e sono partito. Con me la Regi. Costi quel che costi, purchè low cost, coi mezzi pubblici, rischiando qualcosa, ma da sentirsi vivi, un viaggio avventura…

Abbiamo lasciato l’auto in una piccola stazione dimenticata e preso un improbabile treno locale, lo stesso treno che prendevo da studente quando andavo a Parma negli anni 80.  Proprio lo stesso treno, nel senso che la locomotiva e l’unico vagone sono ancora gli stessi. Di diverso ci sono i graffiti, che non c’erano..

Il tragitto per Parma è breve, poche fermate, non è mancata però la solita scena del controllore che chiede il biglietto all’africano: lui non ce l’ha e viene invitato a scendere. Non il controllore, l’africano. Sembra un destino già scritto il suo, invece interviene un’altra africana, che si offre di integrare i soldi mancanti del biglietto. Scopriamo che gli mancavano appena 50 centesimi . Sarebbe sceso dal treno per soli 50 centesimi. Ma alla fine tutti vissero felici e contenti.

Arriviamo nella rinnovata stazione di Parma e prima di ripartire per Rimini decido di cercare una toilette, la trovo dopo il periplo del Peloponneso, ma subito la bidella mi avvisa a voce altissima che per usare la toilette bisogna pagare un euro. Altrettanto a voce altissima mi lamento, le dico che è un furto, ma poi mi rassegno e glielo do. Mentre le do la monetina penso all’africano di prima, che se gli scappa non ha l’euro.L’interregionale per Rimini da 16€ ci offre vagoni molto moderni e confortevoli. Ma la scena del controllore che fa scendere i ragazzi senza biglietto si ripete ancora. Stavolta i due ragazzini non vengono salvati da nessuno, ma si danno appuntamento con gli amici sul prossimo treno… Non sembra un gran dramma, nessuna multa da pagare… Per loro dev’essere una specie di percorso a tappe, cioè se uno non ha il biglietto viene fatto scendere, prende il treno dopo e se ritrova il controllore viene fatto scendere, prende il treno dopo e…

Nello scomparto dietro il nostro siedono 5 avvenenti teenager italo-magrebine, vestono mini-shorts generazionali, parlano indifferentemente italiano o arabo, mischiando le due lingue a piacere; parlano di maschietti, e di quanto sia frivola una loro amica che se la sta facendo con gli altri mentre il suo ragazzo è dentro…ma sul più bello iniziano a parlare in arabo e non saprò mai come va a finire…

Finalmente a Rimini. Il piazzale della stazione è mediamente affollato, una ladra recidiva dev’essere stata colta sul fatto, piange disgrazia circondata da 3 poliziotti. La rivedremo il giorno dopo, in una scena analoga, dall’altra parte della città…se una è recidiva è recidiva.  Ci mettiamo in fila al chiosco per i biglietti dell’autobus, ne compro una decina, ho voglia di stare in mezzo alla gente, con o senza mascherina. Gli autobus sono una specie di teatrino, ma senza protagonisti, tutte comparse che scendono alla prossima fermata, qualcuno però dà spettacolo: un indiano gigantesco parla a voce alta al cellulare, nessuno che lo ammonisca… una signora inciampa nelle valigie di un tizio e si arrabbia… due teenager si sbaciucchiano senza inibizioni, lei veste gli immancabili mini-shorts inguinali… nel frattempo arriva la nostra fermata e usciamo di scena.

Questa moda dei mini-shorts inguinali la giudicavo un po’ border-line, diciamo; ora la vedo più come un marker generazionale, qualcosa come le mini-gonne negli anni 60/70: la voglia di segnare un confine con le generazioni precedenti, per dire “noi siamo diverse”. Tipico.

L’albergo è vecchiotto, ma in prima linea sul mare, proprio di fronte a un’ampia spiaggia libera che ci tornerà comodissima. Alla reception la Regi scopre di essersi dimenticata i documenti. Vorrei strozzarla, ma pare che il problema non sia così grave, infatti si accontentano dei miei. Quando porgo il mio biglietto da visita per la fattura, la raggrinzita receptionist nota che sono di un’agenzia viaggi e ironica mi chiede  “Esistono ancora le agenzie viaggi?” .  Vorrei risponderle male, chiederle se anche le stanze sono malconce come lei, ma non cedo alla tentazione, faccio buon viso e guardandola nelle palle degli occhi le chiedo se ci può fare subito il check-in . Dopo qualche esitazione ci viene concesso il privilegio di salire subito in camera, a mezzogiorno invece che alle tre, quinto piano, con balcone. E’ fatta.

La stanza è very common, ma la vista è semplicemente mastodontica, la Regi impazzisce di gioia e mi dice che solo quell’immagine vale il viaggio: di fronte a noi l’interminabile lungomare di Rimini, fino al porticciolo, con la sua imponente ruota; alla nostra sinistra le colline di Serravalle e San Marino. Ci sembra impossibile godere di una vista così avendo speso solo 60€. Ma è troppa la voglia di mare, ci sbrighiamo con le cose e filiamo in spiaggia, libera, of course. Tira vento e non c’è quasi nessuno, il mare è un po’ mosso, bandiera rossa, ma la profondità è ridicola quindi entriamo ugualmente, l’acqua è torbida e calda. L’idromassaggio è perfetto.

Sono già un’altra persona. E’ strano, mi basta entrare in mare per uscirne diverso. Non mi succede nè al lago nè al fiume nè in piscina, succede solo al mare. Sarà il sale.

Della deliziosa cucina romagnola non parlo. Sembra incredibile ma ci sono emozioni ancora più intense dei polpi alla griglia con gocce di aceto balsamico, e nemmeno voglio citare gli spaghettini alle vongole da Gianni. La più grande emozione è entrare nel Tempio Malatestiano, nel centro storico dell’antica Rimini, e rimanere qualche minuto in silenzio di fronte al Crocefisso di Giotto, e pensare che l’ha fatto proprio lui, e che ho il privilegio di essere qua, da solo, di fronte a un’opera del grande Giotto, e tutto questo senza pagare nemmeno un euro. Incredibile!

Il Ponte di Tiberio, che congiunge l’antica Rimini al Borgo di San Giuliano

L’Italia è un paese meraviglioso: è vero che ti spennano per fare pipì in stazione, ma è anche vero che ti permettono di ammirare gratis dei capolavori inestimabili. Non vedo l’ora di andare in Sicilia.

PS  i 2 giorni successivi a Rimini non li racconto, d’accordo?

 

 

 

 

 

 

Il pubblico più glaciale del pianeta – che per strappargli un applauso gli deve proprio scappare – un pubblico così perfido che il suo malocchio ti fa inciampare Albano così come fece allappare Crozza, un pubblico di meravigliosi invidiosi che sputa “panna montata al veleno” , citando l’indemoniato Achille Lauro. Che lui alla domanda “cosa ne pensi di Sanremo”  risponderebbe “me ne frego” . Ma poi non sarebbe la verità, perchè un indemoniato non può MAI dire la verità… Fantastico perfomer!

A Sanremo dove non volano le aquile – e nemmeno la povera Iva, che non riesce più a farsi invitare –  si consumano drammi che segnano le carriere e le vite degli artisti, sottoposti al giudizio implacabile dello spietato parterre.

Qui si scatena la libido del gossip, delle cattiverie e delle maldicenze…sui vestiti troppo scollati, sulle tutine gay, sulle stecche, sugli inciampi… Fino al più drammatico gelo, quello che cade sulle battute quando non fanno ridere, una coltellata al petto del comico di turno…

Ma dove non volano le aquile, si stagliano le stelle: il fuoriclasse dell’improvvisazione Fiorello supera in scioltezza qualsiasi momentaccio e lo trasforma in un boomerang di ilarità. Chapeau!  Nato per stare sul palcoscenico, i suoi tempi di reazione teatrali andrebbero studiati al Cern.

A dire il vero ce n’è molti di fuoriclasse quest’anno a Sanremo – fuori concorso il Ghali che si prende la scena e la porta in P.zza Colombo –  A poco a poco i veri campioni piegano quel pubblico gelido, lo piegano come una lastra d’acciaio in fonderia e lo trasformano in un pubblico capace di riservare l’ovazione al miglior gladiatore, quello che uccide il leone.

Che metaforicamente il leone altro non è che il pubblico stesso. Per questo Sanremo è Sanremo.

E questa è una Metafora.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Siamo nei dintorni di Sa Pa. 
Poco più a Nord, oltre le montagne, è già Cina.
Un mondo straordinario e una cultura millenaria, Marco Polo docet. 
Purtroppo, tra i tanti pregi, la Cina non brilla certo per Libertà di stampa.
Non che in Italia siamo dei gran fenomeni, ma se è giusto dubitare dei media italiani, figuriamoci dei media cinesi.
“Manca la verità” titola Paolo Liguori nel suo sconvolgente intervento di ieri
Tra le molte congetture e i molti dubbi, un particolare secondario mi ha colpito:
il servizio accerta che i primi contagi e i relativi decessi risalgono in realtà ai primissimi giorni di dicembre – diversamente da quanto dichiarato in un primo tempo dalle autorità cinesi – ma se ben ricordo tutti noi siamo rimasti a bocca aperta di fronte alla loro efficienza nel costruire gli ospedali in pochi giorni…Persino i nostri muratori bergamaschi si erano lasciati andare allo sconforto di fronte a tanta superiorità. 
Si tratterebbe invece di una mezza bufala, una specie di diversivo per distrarre l’attenzione?
L’ospedale l’avrebbero prefabbricato due mesi fa, lasciandoci credere che l’hanno costruito in 10 giorni?  Fantastici illusionisti, veri artisti, ma a dire le bugie si rischia di andare all’inferno…
Esattamente 700 anni fa Dante Alighieri collocava i Falsari nell’VIII Cerchio della X e ultima Bolgia, suddividendoli in 4 tipologie.
La III tipologia era quella dei Falsari della Parola e la loro pena era quella di essere eternamente afflitti da febbre alta e purulenta… 
Qui a Sapa l’aria è pura e per respirare un po d’inquinamento ci tocca aspettare il prossimo motorino. Che nostalgia…
Onore a Li Wenliang, coraggioso medico Cinese.
Un Grazie a Marco e Michele per la stupenda foto copertina.
,

Il MEXICO di Deborah e Lorenzo.

Arriviamo a Mexico City proprio il 31dicembre, verso las cinco de la tarde, siamo esausti per il lungo viaggio, ma lo Zocalo è in fibrillazione, rimaniamo contagiati, e la stanchezza è sparita.

Pattinando allo Zocalo
Zocalo in fibrillazione
Teotihuacan

L’indomani ci dedichiamo a Teotihuacan: inesprimibili le sensazioni che sprigiona questo sito, forse perchè è il primo che visitiamo o forse perchè è semplicemente straordinario.

In viaggio in Chiapas

Ora il Chiapas, volo per Tuxtla Gutierrez e poi in taxi fino a San Cristobal;

il tempo qui è bruttino, anzi fa un freddo cane, non ce lo aspettavamo, decidiamo di imbucarci nel ristorante Mexcal e assaggiare una tipica specialità, lo stufato di cavallette.

Stufato di Cavallette al Mexcal

E’ forse a causa delle cavallette che nonostante il brutto tempo, iniziamo a fare un salto qua e là per la città.

San Cristobal

Approfittiamo anche di un venditore di spremute ambulante,un po’ di vitamina C male non fa mai male.

Spremuta Street San Cristobal
Agua Azul

Nei giorni a seguire andiamo alla ricerca di più calore e più natura, e di acque pure, spaziando dalle cascate di El Chiflon , 100km a sud di San Cristobal, a quelle di Misol Ha e Agua Azul vicino Palenque, dove

Palenque

di nuovo rimaniamo catturati dal mito dei Maya, mentre calpestiamo gli stessi sassi che calpestava Pacal il Grande 1400 anni fa. 

Ora ci spostiamo nella stupenda Merida e nello Yucatan: anche qui ci catturano i siti, ma ancor più rimaniamo affascinati dalla magia dei Cenote,

Cenote Piste

dove la bellezza della natura si fonde con i fantasmi della storia.

Isla Mujeres
Cozumel

Infine il mare, lo stupendo mare del Messico, da Isla Mujeres a Cozumel e poi giù fino a Tulum, dove un Guatì finge di sapere che ce ne stiamo andando e ci saluta con la coda, sembra dire Hasta la Vista Gringos…

Guatì: HASTA LA VISTA GRINGOS

 

 

 

 

 

 

 

“Dopo la clamorosa sentenza della Cassazione, che renderebbe la coltivazione della cannabis legale, spacciatori inferociti:
– Così si perdono migliaia di posti di lavoro – urla Francys che da anni spaccia in centro a Bologna – se andiamo avanti così ci toccherà lasciare l’Italia, non è giusto –
Insorgono anche le Agenzie Viaggi, rappresentate dall’operatrice Michelle, di Stoned Travel
– I ragazzi smetteranno di andare a stonarsi ad Amsterdam, perderemo molta clientela, in un settore già in crisi … – 
Sorridono invece le Associazioni dei Consumatori:
– Un po’ di sana concorrenza abbasserebbe i prezzi  – sottolinea Gaetano… “
Sorridono quasi tutti, dopo la provocatoria rappresentazione teatrale realizzata dagli stessi ragazzi del liceo Manzoni. Ma è un sorriso triste quello di papà Francesco, agricoltore filosofo. E’ lui ad aprire il dibattito sul proibizionismo.
–  Un grammo di cannabis costa come un quintale di mais, ma il costo di produzione è praticamente uguale, parliamo di un guadagno 100.000 volte superiore. Se questo è il frutto del proibizionismo, ovviamente la criminalità ringrazia –
Obietta subito Paolo il Democratico, studente dell’ultimo anno:
– Non la pensano così le Comunità di recupero, che assolutamente respingono la legalizzazione, Lei come se lo spiega? 
– Mah… – replica papà Francesco – loro sono senz’altro in buona fede, ma non risolveranno mai il problema, curano il malato non l’epidemia.
Mi dica Lei piuttosto:  chi ci andrebbe in giro a spacciare cannabis se costasse 10€ al quintale?  –
– Io invece ai tossici li ammazzerei tutti  – irrompe Antonio il Ripetente, guardandosi attorno per cercare consensomi hanno già rotto due volte il finestrino della macchina, quei maledetti, una volta ne ho quasi preso uno… per un pelo ha fatto in tempo a scappare, se lo prendevo lo stendevo – Ma nessuno lo incoraggia, quindi siede borbottando.
Interviene Mary, che chiede di leggere ad alta voce un articolo a suo dire molto curioso:
– ...fu la Bayer a “inventare” i primi tossicodipendenti dei tempi moderni;
all’inizio del ‘900 commercializzò con enorme successo il farmaco Heroin, 5 grammi di morfina senza ricetta. 
Nel girò di pochi decenni si crearono mezzo milione di farmacodipendenti nel mondo. Poi, a partire dal 1925 il farmaco venne bandito in tutti i paesi. Dovendo approvvigionarsi al mercato nero, i farmacodipendenti si trasformarono in tossicodipendenti da un giorno all’altro  … 
E anche oggi le case farmaceutiche stanno distruggendo generazioni di giovani, in Africa per esempio, dove distribuiscono felicemente il BronCleer, a base di codeina, che sta uccidendo a grappolo i ragazzi dello Zimbabwe…-
– Quindi stai dicendo che la droga uccide?  chiede Paolo il Democratico, pleonasticamente.
Prende la parola il Biologo Prof. Fernando, che pare intervenire con approccio più scientifico, senza preconcetti:
– Penso vadano considerarti due metri di giudizio, uno per le sostanze naturali e uno per i prodotti di sintesi, come la codeina appunto. 
Le droghe pesanti, quelle potenzialmente letali, vengono prodotte in laboratorio con procedimenti chimici…
La cannabis invece nasce spontanea, è una pianta come le altre: proibire a una pianta di esistere, dal punto di vista scientifico, è paradossale.
Se per assurdo scoprissimo che un comune insetto contiene thc, supponiamo le mosche o le cimici, chi potrebbe impedirci di farne una tisana o di fumarle?
Per quanto discutibile sia una tisana di cimici, dovremmo forse scatenare una crociata mondiale per la loro eliminazione? Io credo di no
Un secondo sospeso avvolge l’Aula Magna, quando interviene la stupenda e psicologica Beatrice:
– La parola “farsi” è molto significativa, chi ha bisogno di farsi non si piace, vuole essere diverso da com’è . Facendosi diventa un altro e conta di piacersi. Ho sentito un ragazzo dire che solo da fatto si trovava bello.
Drogarsi è sintomo di debolezza, una persona mentalmente sana non sente il bisogno di drogarsi.
Tuttavia essere una persona mentalmente sana oggi non è facile. Spesso anche nelle migliori famiglie c’è qualcuno che soffre di depressione, angoscia, sensi d’inferiorità…Verosimilmente questi soggetti andranno a cercare sollievo nelle droghe. 
Ma se è vero che il proibizionismo assoluto non è pragmatico, è anche vero che l’antiproibizionismo è di per sè un ossimoro: “proibire di proibire” non ha senso.
– Non ci ho capito una mazza , ma quanto mi è piaciuta – replica il solito Armando suscitando l’ilarità generaleio dico che siamo tutti figli del proibizionismo, da Adamo ed Eva in poi,
ieri la mela, oggi la droga, non è d’accordo?
– Penso che andrebbero studiati gli esperimenti fatti in altre nazioni, per esempio l’Uruguay, il Canada, l’Olanda.. E per contro analizzerei le soluzioni adottate da paesi come la Cina, Singapore, o le Filippine…
Le metterei a confronto e cercherei di capire come vogliamo essere noi Europei chiude la stupenda Beatrice dagli occhi neri.
Sbotta finalmente il Dr. Giovanni, uno dei numerosi genitori presenti:
– Non è accettabile che lo Stato si metta a spacciare droga, l’esempio dell’Uruguay è un segnale tremendo che si dà ai giovani, è come invitarli a drogarsi. In Italia già si vendono sigarette, alcolici, gioco d’azzardo, ci mancherebbe solo che lo Stato vendesse anche la cannabis… Se non fissiamo un limite, tra un po’ i ragazzi compreranno liberamente la cocaina, e così avremo una generazione di tossici. E’ questo che volete essere? Una generazione di tossici? 
Lo chiede guardando negli occhi i molti giovani presenti.
Passa qualche secondo prima che qualcuno osi parlare, lo fa Paolo il Genovese:
– Penso abbia ragione il Dottore, ci vuole un’etica nella politica; è anche vero che se lo Stato vendesse droga incasserebbe più di una finanziaria… ma sarebbe immorale, non sarebbe accettabile…credo
Qualcuno annuisce, qualcuno li guarda perplessi. Finchè una vocina là in fondo..
– ma è anche vero che intanto i soldi li sta facendo qualcun altro…e sono tanti , tanti soldi…much money…  – Fa il gesto dei soldi con le dita Tommy, estroso studente gay, tendenzialmente tossico – vede caro Dottore,  a Manila sparano ai tossici, a Singapore li impiccano, in Jamaica uccidono i gay, mentre in Iran impiccano sia i gay che i tossici…In parole povere lì mi impiccherebbero due volte .. Eppure io credo di avere il diritto di esistere, quanto Lei.
Forse per sopravvivere dovrei emigrare a San Francisco, dove se non sei gay non sei nessuno, e dove mi potrei strafogare di canne, e se non le volessi fare non le farei…
Il problema di voi bigotti è che all’inizio odiate i Beatles e poi cantate Let it Be tutta la vita.
Ho appena letto che nel 2008 la NASA  scelse “Across The Universe”  per le sue trasmissioni interstellari, eppure i Beatles avevano già candidamente ammesso di scrivere le loro canzoni sotto effetto di stupefacenti, lo sapevano tutti. E allora? Come ha potuto la NASA affidare il messaggio dell’Umanità a una canzone scritta da 4 tossici? 
Semplice. Perchè sono dei bigotti, come Lei –
Il Dr. Giovanni non si tira indietro: 
– Senti ragazzino, io non ho mai detto che quelli come te non hanno diritto di esistere, dico solo che mai e poi mai vorrei un figlio come te, credo che nessun genitore lo vorrebbe, è brutto da dire, ma è così  –
Visibilmente toccato, Tommy si alza e fa per andarsene, ma essendo scorpione si gira all’ultimo e inietta il suo veleno prima di sparire:
– Io un padre non l’ho mai avuto, ma ora che ho conosciuto Lei capisco che poteva andarmi peggio
TO BE CONTINUED, but not here…
FATTI E PERSONAGGI ASSOLUTAMENTE IMMAGINARI.

Potessi andare alle Maldive, ci andrei.

In quello splendido acquario…

Però oggi in città ho adocchiato una coppia a piedi, abbronzatissima, e li ho odiati. Per un attimo, però li ho odiati.

Perchè loro sì e io no? – ho pensato.

E’ per Natale che mi accorgo di quanto sono cattivo. Per me è questo il Natale: accorgersi di essere cattivi e pentirsene.

Per poi poter peccare da zero.

Quindi mi vorrei confessare e pentirmi di aver odiato chi è stato in quello splendido acquario che sono le Maldive, che basterebbero meno di 3000€ per andarci,

per esempio all’INNAHURA MALDIVE RESORT con Idee Per Viaggiare in All Inclusive (pubblicità palesemente occulta… ossimoro)

Facciamo che da domani non li odierò più , quelli abbronzatissimi d’inverno che sono stati alle Maldive, prometto che sarò più buono e li invidierò soltanto.

 

 

Per anni ho invidiato chi era stato in Grecia, nelle Cicladi in particolare. Poi finalmente ci sono arrivato e anch’io ho respirato il Meltemi:
prima Mykonos la bohemienne, poi giù in nave verso Naxos e il suo irresistibile profumo di polpi alla griglia, toccando le bionde spiagge di Ios prima di approdare alla nera Santorini:
qui mentre la nave faceva il suo ingresso nella maestosa caldera, guardavo incredulo la scogliera e un brivido mi correva lungo la schiena.

Indimenticabile fantastica Grecia!

A Lesbos invece non ci sono mai stato, credo ci voglia troppo fegato per andare: dev’esserci uno spirito maligno che aleggia sull’isola, un’isola che attualmente ospita il campo profughi di Moria, le cui miserabili condizioni di vita sono una vergogna per l’Europa:

donne, vecchi e bambini che muoiono di freddo e di stenti, nel fango e nell’indifferenza.
Moria, è questa l’immagine che non riesco a togliermi dalla mente. 
Tra un mese sarà il Giorno della Memoria, e ricorderemo con sdegno l’abominio dell’Olocausto. E’ cosa buona e giusta.
Ma che senso ha sdegnarsi per quello che è successo 80 anni fa, se non ci accorgiamo di quello che sta succedendo oggi?