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NY è

Se penso a Trump, a dire il vero, non mi viene molta voglia di andare negli Stati Uniti…

Se penso a quel gran simpaticone dai capelli arancione, a dire il vero, non mi viene smania di tornare negli Stati Uniti… Non parlo di politica, parlo di estetica, di stile.

Magari non tutti saranno d’accordo, anzi, ho molti amici che lo amano … E’ normale.
Ma io negli USA ci vado lo stesso, qualunque sia il figurante del momento.
Perchè gli USA per me sono un simbolo, first of all.

Lo percepisco soprattutto a Manhattan, dove i passanti come i poliziotti, i presidenti come i venditori ambulanti, altro non sono che commedianti e comparse di un grande teatro vivente:
mentre cammino sulla settima sento che NY sarebbe esattamente la stessa anche se io non ci fossi, sento che NY è uguale, a prescindere da chi ci transita in quel preciso momento..

Questo all’inizio mi destabilizza, ma poco dopo mi sento molto meglio, quasi felice:
sento di far parte almeno per un giorno di qualcosa di grande, ora sono un frammento infinitesimale di questo simbolo infrangibile, che mi gratifica,

Manhattan è nuda a Times Square, è odore di cannabis dietro l’angolo sulla 42esima, è street food ai semafori della Lexington, una metro soffocante al Brooklyn Bridge, una musica dolce a Central Park, è gente ovunque… ma qui non conta niente e nessuno, conta solo Lei, che se la guardi dal basso è un formicaio, e se la guardi dall’alto è una fotomodella.

NY è.

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