Tag

amici

Browsing

Del Marocco è stato scritto e romanzato così tanto che trovare qualcosa di originale da raccontare sembra difficile, ma riguardando le foto fatte in viaggio le parole quasi escono da sole.

La bellezza di questo Paese sta proprio nella sua essenza: quando si parte per il Marocco non lo si fa solo per visitare piazza Jemaa El-Fna, o ammirare il deserto.

Lo si fa perché l’atmosfera che questo paese ti regala è impossibile da trovare altrove.

 

In tutta onestà, Marrakech è una città che ti mette alla prova, nelle prime ore in cui la giri cerchi di distogliere lo sguardo da chiunque incroci il tuo.

Ti stupisci di come sia evidente per i venditori ambulanti la tua provenienza: ”Italiana!Di dove?”  è un mantra che ti accompagna a ogni metro dentro alle stradine malmesse della Medina.

Si impara in fretta a restare indifferenti alle urla, agli spintoni e ai ristoratori che cercano di attirarti per la cena.

 

In totale contrapposizione con la trasgressione di Marrakesh troviamo il Sud del Paese, in cui la calma dei berberi muove la vita.

Per arrivare a Sud la strada più scenografica è sicuramente l’Alto Atlante, catena montuosa che attraversa e divide il paese, arrivando a fino 4167 m d’altezza.

 

Come inizia il paesaggio montuoso la vita diventa più povera e semplice.

Le persone di spostano usando i muli, le case inerpicate nelle montagne spesso hanno buchi riparati con del fieno e le donne lavano i vestiti nei fiumi.

Una volta arrivati vicini al deserto il paesaggio diventa a tratti lunare.

Una distesa di sabbia e rocce che continua fino al confine con l’Algeria.

 

Il deserto ha un fascino molto particolare, ti cattura dal momento iniziale oppure ti farà pensare solamente a quanta sabbia ti sta entrando nelle scarpe e negli occhi.

Penso che un viaggio in questa terra sia d’obbligo almeno una volta nella vita;

Il buon cibo, i prezzi ridotti, la varietà di paesaggi ed esperienze hanno contribuito all’ascesa di questo paese soprattutto negli ultimi anni.

 

E’ un piccolo assaggio di Maghreb, ancora al confine tra secolarizzazione e tradizione.

 

Seduto in una lanchonete di Rio osservo un novantenne che ammira compiaciuto il passaggio di un’avvenente morena. Istintivamente gli chiedo “Vocè ainda gosta de mulher?!”  (Le piacciono ancora le donne?), “Atè morrer” (finchè non muoio)  la sua pronta risposta, con tanto di rima e un sorrisetto pieno di sottintesi e nostalgia. Subito gli parte una spiega di come in Brasile gli uomini o siano gay oppure siano tarati per le femmine, senza mezze misure.. 

Fare amicizia in Brasile è davvero facile, ovunque, come bere um suco de fruta. Unico problema la lingua, per impararla serve almeno un mese, ma ne vale la pena, anche per il piacere di capire le straordinarie espressioni popolari, che valgono come una miniera d’oro: “Um olho no padre, outro na messa, outro no clero” ( un occhio sul prete, uno alla messa e l’altro sul clero : ossia, stare attenti a non farsi fregare) Para quem sabe ler um pingo è letra (per chi sa leggere, ogni segno è una lettera: cioè capire sottintesi e sfumature ) Dar uma cordinha (dare una cordina, ossia  far finta di crederci, stare al gioco,,  ) 

girl-of-ipanema

I brasiliani sono spiriti liberi, difficili da sottomettere. E sono anche il popolo meno razzista che conosco: ovviamente i bianchi si sentono un po’ superiori a tutti gli altri, ma ci sono troppe carnagioni, troppi miscugli, e i brasiliani sono troppo pigri per perdere tempo col razzismo. Preferiscono di gran lunga la musica, il ballo e la caipirinha, tutte cose che uniscono più che dividere. 

In Brasile gli estremi si toccano, generando scosse continue, è un paese per palati forti, dove la ricchezza stride con la povertà, dove la strada è il teatro di continue commedie e rare tragedie. Ma la violenza non è affatto brutale come i media italiani amano descriverla. E’ più che altro un depistaggio: la verità è che c’è molta più violenza in Italia che non in Brasile. Qui è solo più appariscente, più plateale. 

L’esempio più clamoroso è l’arrastao: centinaia di ragazzini del suburbio che all’improvviso come uno stormo di cavallette imbizzarrite invadono una spiaggia affollata e arraffano tutto quello che riescono in pochi secondi: rubano ciabatte accendini salviettoni cellulari occhiali da sole  …   più che una rapina sembra una performance teatrale, che inevitabilmente finisce sui TG di tutto il paese e a volte travalica i confini nazionali… Al contrario, in Brasile non succede che uno possa venir massacrato di botte sulla metro senza che qualcuno intervenga, perchè i brasiliani sono coraggiosi e non scappano a gambe levate come invece succede da noi…( doloroso ammetterlo, ma in Europa funziona così). 

ipanema-beach

Il Brasile mi piace perchè è bello, è giovane e soprattutto coraggioso. Anche a novantanni uno può essere giovane in Brasile. Atè morrer.